I Sognatori

Esistono a Pietroburgo, Nasten’ka, alcuni strani cantucci, anche se voi non li conoscete. In quei luoghi sembra che non giunga quel sole che rifulge tutti gli abitanti di Pietroburgo, ma un altro sole, come ordinato appositamente per quei cantucci, e risplende di una luce diversa, particolare. In quei cantucci, cara Nasten’ka. sembra svolgersi una vita diversa, non somigliante affatto a quella che ribolle attorno a noi, una vita come potrebbe svolgersi nel trentesimo regno di fiaba e non da noi, nella nostra epoca così seria e così dura. Ecco, questa vita è un miscuglio di elementi puramente fantastici. ardentemente ideali e, ahimè, Nasten’ka, di elementi banalmente prosaici e abitudinari, per non dire inverosimilmente volgari
[…] Sentirete, Nasten’ka, sentirete che in questi cantucci vivono degli uomini strani, dei sognatori. Il sognatore, se occorre definizione precisa, non è un uomo ma, sapete, una specie di essere neutro. Si stabilisce prevalentemente in un cantuccio inaccessibile, come se volesse nascondersi perfino dalla luce del giorno, e ogni volta che si addentra nel suo cantuccio, vi aderisce come la chiocciola al guscio, e diventa simile a quell’animale divertente chiamato tartaruga, che nello stesso tempo è un animale e una casa. […]
 
da "Le notti bianche" di Dostoevskij

Si Perde Molto

Sono sinceramente indignato dall’ormai diffuso allarmismo dei mezzi d’informazione che appena cambia il tempo cominciano a gridare alla tragedia: "Allarme Neve!" di qua "Allarme Caldo!" di là. Sarà che ero abituato a veder scritti tali titoli solo quando il pericolo era reale e non una semplice spolverata di neve che in mezzagiornata scompare dalle strade spazzata via dalla pioggia. questo comportamento secondo me è indice di una diffusa insensibilità agli eventi naturali perchè limitano la corsa al lavoro e il guadagno del vil denaro. Quanto sarebbe bello fermarsi a guardare la neve che cade dal cielo pallido e spolvera le chiome degli alberi sui monti trasformandoli in anziani canuti dai volti gentili. Cogliere la poesia dei fiocchi con occhi sognanti da bambino o di chi la vede per la prima volta. Che gioia sarebeb vedere una città come milano candidamente ornata con impiegati e manger giocare a palle di neve. Ciò rimarrà un sogno perchè nel mondo d’oggi non c’è spazio per queste cose. non si perde tempo ma si perde molto.

La Via dei Poeti

Poiché la bellezza, o Fedro, bada a me, solo la bellezza é divina e insieme visibile, ed è perciò la via che ai sensi pertiene: essa é, piccolo Fedro, la via che l’artista segue nel suo cammino allo spirito. Ma tu credi forse, o mio amato,  che chi allo spirito s’avvia attraverso il dominio dei sensi, riuscirà a conquistare saggezza e autentica dignità d’uomo?  O credi piuttosto (lascio decidere a te) che questa via rischiosamente dolce sia in realtà la via dell’errore, del peccato, quella che di necessità induce in inganno ? Giacché, sappilo, noialtri poeti non possiamo percorrere al via della bellezza senza trovarvi Eros, che ben presto c’impone la sau guida; e possiamo anche, a modo nostro, essere eroi e disciplinati guerrieri; ma in realtà somigliamo alle donne, perchè la passione è ciò che ci esalta, perchè soltanto all’amore ci è dato aspirare: e questa è la nostra gioia e il nostro obbrobrio. Or dunque, vedi che noi poeti non possiamo né essere saggi né dignitosi, che fatalmente cadiamo nell’errore, fatalmente rimaniamo dissoluti venturieri del sentimento ? Menzogna, millanteria è la nostra padronanza dello stile, buffonaggine la nostra fama e gli onori di cui godiamo; grottescamente ridicola la fiducia riposta in noi dal volgo, temeraria e indifendibile impresa l’educazione del popolo e della gioventù per mezzo dell’arte. Come potrebbe fungere da educatore colui che irrimediabilmente e per sua propria natura è spinto verso l’abisso? Vorremmo si distogliercene, vorremmo aquistare dignità; ma ovuneque dirigiamo i nostri passi, esso ci attira. Così avviene che rinneghiamo la forza dissolvitrive della conoscenza: poiché, mio Fedro, la conoscenza non possiede dignità né rigore; è consapevole, comprensiva, clemente, priva di riserbo e di forma; ha simpatia per l’abisso, è l’abisso medesimo. Noi dunque la ripudiamo eenrgicamente, e da questo momento ogni nostro studio avrà di mira la bellezza, ossia la semplicità, la grandezza e il nuovo virgore, la rinnovata spontaneità, la forma. Ma forma e spontaneità,  mio Fedro, conducono al desiderio delirante, facilmente portano il nobile animo a orribili colpe sentimentali, che lui sesso, nel suo armonioso rigore, appariranno infami; portano insomma, anch’esse all’abisso. Vi portano, intendi bene, noi poeti: perché a noi non è dato elevarci, è dato soltanto imbestiarci. E ora, Fedro, io me ne andrò e tu rimarrai qui; e aspetta di non vedermi più, per andartene.
 
Da “La Morte a Venezia” – Thomas Mann

Ritorno alla Macchina

Riempire il serbatoio
per quattro ruote che già sanno la meta
 
l’abitudine è una brava maestra
 
Addormentarsi con lacrime ansiose
sperando in sogni puri
 
incontaminati dall’ordinario domani
 
La sveglia materna che chiama
il solito muguno scocciato è la risposta
 
incontro al presente di tutti i giorni.
 
Ridestarsi dalla fiabesca vita
per scoprire, sempre più, ch’essa è tutt’altro che magica.
 
la coscienza di non aver potere di cambiarla.
 
la voglia matta d’averti qui
con me
 
perchè quando sto con te, sento di poter far tutto.
 
La voglia di scappare ma non senza trovarne la forza
Una mente corrotta da aride idee di vite in declino, oridnate e semplici, verso il tramonto della vita.
 
La Macchina t’inghiotte,
è ovunque, qualunque cosa tu faccia:
Se ami, se odi, se fai, se speri, se sogni.
Essa ruba tutto ciò che hai.
 
"Benvenuto alla Macchina… anzi Bentrovato!"
 
 
 

E’ o non è la mia Dama ?

Incredibili somiglianze riscontrate ne la “Fosca” di Tarchetti celebre romanzo “scapigliato”. questo post è comprensibile sopratutto dalla mia Dama, non me ne vogliano gli altri ^_^
Io l’aveva vinta con l’unica attrattivache vi era in me – quella da cui le donne sono prese assai raramente, ma cui, ove lo sieno, inorgoliosiscono spesso di cedere senza resistere, perché comprendono di mettersi sulla via di una missione che le santifica – l’attrattiva della sventura”
“Come tutte le donne veramente ingenue s’era data a me senza fingere, senza esitare; essa aveva lottato a lungo; ma una volta decisa, si era abbandonata senza ritegno. Non so se ella ne arrossisse e ne gemesse in segreto; il suo contegno non lasciò mai penetrare in me questo dubbio, essa non mi parve mai che felice”
Mi diceva spesso con aria di credulità e di spavento, affatto puerile: << Sono così felice che ho paura di morire >>
[…] di guardare, come i bambini, la sua immagine riflessa  nelle mie pupille […]
Quella donna sì forte, sì ricca di buon senso, in alcune cose sì seria,  aveva tutte le velleità, tutti i gusti pazzi e bizzarri di una bambina. << La mia non è che una rivendicazione >> diceva ella qualche volta mezzo tra il serio e il faceto. <<Non mi hanno lasciato il tempo di essere una fanciulla, e me ne rivendico adesso. Meglio esserlo a venticinque anni che mai!>>

 

Sogni Assurdi

Credo fosse un Pomeriggio di Agosto… ero arrivato a casa di mio zio a Genova e tra i libri della mastodontica libreria della sua compagna: Carla, professoressa di Lettere, ho trovato un libriciono che così s’intitolava: "Il Piccolo Libro dell’Ombra" e l’invitante sottotitolo mi bisbigliava: "Guida alla scoperta del nostro lato oscuro" il tutto scritto da Robert Bly. Mi sono subito fiondato sul divano a leggere questo libricino che forse avrebbe dato qualche risposta ai miei sempre inquieti interrogativi esistenziali. Dopo qualche ora di accanita lettura di queste interessanti pagine la stanchezza di una levataccia , di un viaggio in treno passato insonne e della calura estiva hanno avuto il sopravvento ed il letto ha reclamato il suo tempo.
Le pagine del libro da poco concluso devono aver avuto lo stesso effetto di un film horror prima di andare a dormire e così i miei sogni ne sono stati influenzati dando vita ad una visione onirica tra le più particolari e pazze che riesco a ricordare.
Come sempre, quando ricordiamo un sogno: le immagini, appena ci svegliamo ci sembrano chiare, quasi palpabili, ma si fanno semrpe più effimere man mano che riprendiamo coscienza di noi stessi e della realtà; questo processo, ahimé, dura qualche frazione di secondo e per questo appena svegliato mi sono fiondato su un notes ed ho appuntato tutto ciò che riuscivo a ricordare (che era ormai già ben poco). Siccome i temi luoghi e le persone presenti nel sogno sono sconosciuti ai più (o meglio dire conosciuti solo dalla Compagnia) queso intervento sarà godibile solo da chi conosce i suddetti, gli altri dovranno accontentarsi della scena che è, a mio parere, buffa ed inquietante allo stesso tempo.
 
"Siamo a Calolziocorte sul Corso Europa, (il provinciale Lecco-Bergamo)  all’altezza della cartoleria Viganò/Parco Alliende e si sta svolgendo una parata: decine, centinaia di uomini, dal volto indefinito ma fortemente simile, anzi uguale, vestiti tutti con un completo, direi giacca  e cravatta, elegante interamente di colore viola. tutti reggono delle bandiere statunitensi e marciano a mo’ di sbandieratori ma comunque la sensazione che danno è molto marziale e nella mia coscienza onirica mi ricordano un po’ le sfilate naziste".
[…] c’è altro ma non ricordo bene, il sogno si fa meno chairo e ricordo poco.
"Ora vedo: me stesso, Mattia (e forse Michele)  passare tra la folla, a gran velocità, a bordo di una Buggy  (70%) o di un Sidecar (30%) sventolando la bandiera sovietica, tra l’indifferenza generale ".
 
Non ricordo altro di questo sogno…quando l’ho raccontato in compagnia è stato accolto con grandi risate , sopratutto da Michele e Mattia, che lo hanno subito proposto come video della prima canzone dei Foppenaghen il celebre gruppo, scioltosi dopo un girono, (altra cosa risaputa e comprensibile solo tra i membri della compagnia). per capire meglio il mio sogno invito tutti, chi ne ha voglia, a leggersi il libro che ha suscitato queste visioni. Buona Lettura
 
 

Per Franco

Ormai è il 19/11/07

 

Scrivo queste parole ad un lume poco più forte di una candela (e col gatto che cammina davanti alla lampada fa ancora meno luce).

Scrivo in questo stato perché, spero e credo, che possa in qualche modo caricare le mie parole di effetto e veracità, visto che sono stato accusato di parlare per frasi fatte.

La mia gatta fa le fusa invitandomi a spegnere la luce e a dormire ma anche se è quasi l’una e tra 5 ore devo alzarmi per lavorare, voglio usare un po’ di tempo per una persona a cui tengo.

Sono appena tornato da una serata film a casa di Franco, sarebbe stata come al solito, bella e tranquilla, se nel concludersi, Franco non avesse ricevuto l’ennesimo colpo al cuore dalla sua tormentatrice dal cuore di cristallo (swarowsky). Mi dispiace vedere Franco ridotto in quello stato sofferente. Lui che è sempre il trascinatore, con le battute pronte a risollevare l’allegria, tingendo le serate più uggiose di “verdino”. Ammetto che negli ultimi tempi ci siamo un po’ persi di vista ma prima di ogni cosa lui è Franco, fa parte del trittico della compagnia e gli sono estremamente affezionato, per questo mi dispiace vederlo così e mi piacerebbe che si mettesse il cuore in pace per questa donna che gli ha incrinato il cuore.

Quando dico che lei non lo merita non voglio dire una banalità ma un dato di fatto.

Non conosco nessuno che meglio di Franco potrebbe rendere felice una ragazza di cui è davvero innamorato, come in questo caso.

Lui è bravo a trattare con le donne.

Lui non s’incazza mai (tranne se esasperato) ed ha una parola di riguardo ( o d’insulto) per tutti perché è sincero e anche se è una cazzata lui te la dice.

Lui è spiritoso e porta il sorriso con i suoi modi di fare genuini: sempre scherzoso e giocherellone.

Lui è comprensivo, tranne con i gescaioli, ed ha un gran spirito di sacrificio di cui quest’arpia abusa, divorandogli il cuore a piccoli brandelli con frecciatine che riaccendono il fuoco della speranza ch’ella ritorni e capisca che lui è l’uomo, l’uomo perfetto.

“Passato”

Quante volte ritroviamo questa parola: il passato è passato; è tutto passato; passerà; tutto passa.
Anche da questi semplici esempi possiamo convenire come ci si riferisca al passato intendendolo, il più delle volte, come qualcosa che passa; che scorre; come un fiume che dalla fonte della nascita e lungo tutto il cammino della vita raccoglie esperienze e "pesi", fisici o psicologici (fatica, sofferenza, ecc.), e li trasporta e deposita nel letto dell’inconscio.
Questi detriti possono anche rimanere sul fondo per l’eternità e non ritornare mai a galla. Può invece succedere che le correnti delle forti emozioni smuovano dalle profondità dell’inconscio queste esperienze, pensieri, riflessioni o idee che siano e le trasportino più avanti nella vita; ritornando così a influenzare la mente conscia dell’individuo. Questo è il caso di altri modi di dire come: il passato ritorna, subire il passato, vivere nel passato.
Immaginiamo di porre una diga sul percorso di questo fiume, qualcosa di tremendamente solido come un forte trauma emozionale, uno shock; bloccheremmo il corso del fiume a quel punto della vita dell’individuo che si ritroverà in una situazione di stagnante inquietudine. ogni nuova esperienza e forte emozione smuoveranno i vecchi sedimenti: mischiandosi ad essi in un continuo risalire nel bacino formatosi.
A livello conscio l’individuo sarà tediato da un continuo fluire di pensieri, nascosto dietro un apparente facciata apatica: pensieri ed idee anche contrastanti si manifestano nella sua coscienza in un continuo e coatico variare di modi di fare e di pensare.

La Mistica Ballata

 

Fate, danzano ancora nel mio sogno di fugace bellezza,
luci di fiori e colori di vento
ricordi di balli lontani
nella memoria e nel tempo
allegorie dell’amore sperato e incerto
brandello della mia anima
 
di William Bonacina
 

Dormiveglia in una Notte di Mezza Estate

 
Il fischio del silenzio,
quando la notte vuota,
entra nei miei occhi
tutto attorno a  me.
 
Forme strane si arrovellano
dietro le mie palpebre serrate.
Luci navigano, mutando, in scacchiere brillanti.
Rombi e triangoli, ruotano
attorno al fulcro a cui tutto torna.
 
Vermi rilucenti strisciano,
si contorcono nell’icore oscuro
Disegni arcani nella materia di cui son fatti i sogni
 
di Willliam Bonacina

Cronache di un Interail

Eccomi di ritorno con le storie del mio Interail dell’anno scorso… che se aspettavo ancora un po’ a riportare le pagine del mio diario di viaggio facevo in tempo a farne un altro.

Giorno I°
01/08/06

Sto viaggiando verso Ventimiglia.
Manca circa un quarto alle sette; questa notte ho dormito davvero molto poco e male, faceva un caldo soffocante, fradicio di sudore fra le lenzuola scomposte. Ieri sera son andato a letto a mezzanotte circa attardandomi as entire le storie dei viaggi e i consigli di Veterani del calibro di mio zio Paolo e della sua compagna Carla, viaggiatori provetti. E’ in gran parte merito di mio zio e dell’altra mia zia Laura, fratello e sorella di mia madre, se ho sviluppato una tale propensione per i viaggi "vecchio stile", sono cresciuto frai loro racconti di terre esotiche e lontane, di avventure ed eventi particolari.
Sono tutti molto orgogliosi di avermi "traviato" e di vedermi partire.
"Adesso hai il tuo esordio in serie C…" ha detto mio Zio mentre mangiavamo, al ristorante, la cena gentilmente offerta da Carla.
"No… serie A perchè parte da solo…" l’ha protamente corretto lei
Devo ammettere che la voglia di emulare i mie zii, di dimostrare quanto valgo e di guadagnare la loro stima in questo campo sono alla base della mia partenza.
Ho passato il pomeriggio chiaccherando con la Carla su vari argomenti: dall’ovvio Interail, all’Università è davvero coinvlgente quando parla, dote essenziale per una professoressa di lettere, ed è anche simpatica e comprensiva; in quanto a loquacità, mio zio, ha trovato qualcuno che riesce a tenergli testa.
Arrivato a Ventimiglia prenderò il primo treno utile per Marsiglia prima tappa del mio viaggio in franca terra… ivi passerò il pomeriggio e forse la notte; oppure partirò per Parigi in tarda serata… dormirò sul treno.
Parlando con la Carla dell’itinerario mi sono accorto di non aver calcolato bene i tempi.
Mi sono reso conto ch la tratta originale è un po’ irrealizzabile per la scarsità di giorni.
Avendole rivelato la mia volontà di vedere Britannia e Normandia, Ella mi ha proposto un perorso alternativo, interessante e più fattibile.
Da Parigi verso Ovest: Les Mannes, Rennes (da lì a Mont St.Michel) poi verso carnac dove c’è il più grande complesso megalitico e varie zone "celtiche". Poi proseguire sulla valle della Loira e vedere qualche castello… magari a Tours.. e per me amante del medioevo e del fantasy "luoghi da Druido" e manieri sono certamente affascinanti.
Magari lasciando Parigi fare un salto a Chartres, la cattedrale più bella del mondo.
In generale è un’idea da prendere in considerazione… in fondo se non fumo e non vado a troie… ()raggiungere Amasetrdam da solo è poco divertente, meglio andarci in compagnia.
***
Sono arrivato a Ventimiglia e tra qualche minuto dovrei partire per Marsigliae in un’ora, così mi ha detto mio Zio, sarò nella città portuale celebre per il sapone () e per l’inno francese.
Ho già combinao due cazzate: ho lasciato il carica-batterie del cellulare da mio Zio e facendo il biglietto per marsiglia non ho detto di avere l’interail perchè credevo che non mi servisse finchè non sarò in Francia… e ci ho smenato 33 euro complessivi per il biglietto da Ventimiglia a Marsiglia…<>… perchè non ho aperto la bocca e ho chiesto se c’era qualche sconto… …<> … dovrò procurarmi la scheda telefonica internazionale per chiamare visto che non so quanto il cellulare durerà per fortuan che l’ho caricato tutta notte <> tornerò a leggere il libro: "Dodici Racconti raminghi" di Marquez… davvero bello, molto adatto per i viaggi… ne ho già letto metà fra ieri e oggi…speriamo che questo e gli altr libri bastino. Ora "Mi Lascio" a più tardi.
***

Ho appena raggiunto la stazione di Monaco/Monte-Carlo credo che solo per quello che vedo dalla stazione, ultra moderna spettacolare, sia abbastanza da fare da indicatore la ricchezza di questo principato. Chissà quanti incassi solo per il casinò.

Poco prima il treno si è fermato a Mentone… e nel mio inconscio sono riaffiorati molti ricordi belli, tristi e malinconici; questo è il paese in cui annualmente il mio primo amore Martina viene in villeggiatura… Ah quante immagini mi tornano davanti agli occhi mentre osservo sognante il mare blu illuminato da questo bel sole splendente, ripensando a quelle acque che hanno bagnato e ospitato la mia amata… che tedio… che amarezza… dovrò cercare di lasciarmi alle spalle questi ricordi. Qui è un continuo alternarsi di sprazzi di mare e gallerie tant’è che non faccio in tempo ad ammirare le celesti onde della costa azzurra che una parete oscura mi occlude la vista.

Mi perdo ad osservare i tetti: arroccati sui rilievi che si gettano progressivamente sulle spiagge affollate della riviera e da lì alle navi che affollano i golfi non è che un battito di ciglia.

Ho dato un’occhiata alla guida della Francia meridionale datami da Carla e pare che Marsiglia sia un ottimo luogo per fermarmi … sembrano esserci abbastanza cose per affollare un pomeriggio e la serata.

***

Intanto altro che un’ora e venti da Ventimiglia a Marsiglia son partito alle 10.20 e son arrivato alle 13.30 passata, questo significa che il tabellone elettronico di Ventimiglia è sguarato. Va beh il viaggio è passato discretamente in fretta correndo prima lungo la costa e poi curvando verso l’entroterra, aggirando filari di colline che con i loro profili sinuosi e i loro manti boschivi mi rievocano i rilievi della mia valle. Durante il viaggio niente di particolare a parte che ho quasi ucciso una passeggera francese mentre sistemavo lo zaino nel porta bagagli del vagone. Mentre sollevavo lo zaino ho perso l’equilibrio e il macigno che mi trascinerò sulle spalle stava per cadere addosso alla mai vicina di sedile. Con uno sforzo sono riuscito a lanciare la cartella sul porta bagagli e a rimanere in equilibrio. Prima di risedermi, imbarazzato, mi sono scusato con la signora che ha accettato il mio dispiacere con ovvia comprensione.

Verso dieci alle due sono arrivato alla stazione di Marsiglia St. Charles, una veloce capatina al centro turistico per procurarmi cartina e guida e poi via alla visita della città.

***

Il Campanile di Notre-dame de la Gare ha appena annunciato che sono giunte le cinque. Questa bella cattedrale si trova su di un rilievo , il punto più alto della città (che fatica arrivarci)… da qui però si gode un’ottima vista su tutta la città e sul mare che è stupendo visto da quassù: il sole trasforma le acque in uno specchio lucido splendente mentre le tre isole davanti al golfo marsigliese si stagliano come sassi scuri ed irregolari in un enorme pozzanghera salata.

La zona del porto è veramente un luogo interessante… sono stato a "Fort San Nichols" e a visitare una chiesa particolare, sull’altra sponda del Vieux Port, che aveva attratto la mia attenzione fin dal mio arrivo nel porto vecchio.

Il Gioco delle 7 pieghe

Siccome anch’io ho i miei momenti di decadimento mentale ho deciso di pubblicare (a Grande Richiesta) i migliori risultati di quel gioco che si fa quando non si ha un tubo da fare e che consiste nel prendere dei foglietti di carta. A turno ogni parteciapante scrive sul foglietto che ha in mano una di queste cose: Un Lui, una Lei, cosa fanno, dove, chi arriva, cosa dice chi arriva e cosa rispondono loro. quando ognuno ha scritto passano il foglio, piegato in modo da nascondere cosa si ha appena scritto, al partecipante alla sua destra. Il risultato è una situazione insensata che suscita spesso ilarità in chi ha composto i testi. questo intervento è rivolto sopratutto hai miemi soci per rimembrare una serata di fancazzismo puro di qualche tempo fa.

1) De Luigi e Gegia Scoregia partecipano al Grand’Angolo dentro ad un pozzo. Arriva Giobbe Covatta e dice: "Vuoi Eliminare Bando Ciancia ?" e loro rispondono "Ma Sei scemo ?!"

2) Carlo il Pisciascope e la Dama con l’ermellino saltellano sui Pirenei nel baule di una 500. Arriva Suor Germana che dice: "Giochiamo a Carte ?" e loro rispondono: "Fatti curare le emorroidi prima di fare il bagno!"

3) Gianni e Gina Lollobrigida preparano i tortellini in una galassia parallela al mio impeto anale. Arriva TripleH e dice: "Non si può fumare! si può solo bere e vomitare!" sentito ciò essi rispondono: "Forcò! mettitelo nel culo!"

4) Alessandro Magno e Zia Assunta sterminano la popolazione di pidocchi della cappella dello Zio Tom a Casablanca. Arriva Anselmo ed esclama: "Ciao bella Sciàcciona!" e Anselmo dice: "Che cos’avrà voluto dire ?!"

5) Don Rodrigo e Anna Cadelano ritornano dalla battaglia di Poitier e arrivano alla bettola dello scroto danzante; esce Peppino di Capri e dice: "Scrotobomb!!" e loro: "Hola Torero!"

6) Erasmo da Rotterdam e Giovanna pisciano in piedi nel cesto della biancheria. Arriva il Mago Forrest con un leprotto sordomuto e dice: "Adesso mi ricordo cosa devo dire!" e loro: "Spegni ste cazzo di luci!"

7) Jacopo detto popi-popi e la figlia del Baffo Moretti si sbevazzano una sangria nel labirinto di Cnosso. Arriva un Crucco e dice: "Cosa devo dire ?" e loro esclamano seccati "Ma Vaffanculo!"

Trip

Da fuori un bimbo grida la sua voglia di esserci… di vivere… di esistere… la mia mente viaggia sulle note di una musica triste e mielata… viaggia e pensa… pensa e si angoscia… i dubbi… l’ottusità dei dogmi… degli inevitabili archetipi… imposti dalla cultura e dalla controcultura… quadro che cola davanti a chi vi è impresso… momenti fissi… anime in movimento… tutto si mescola… il mio cervello chiede pietà… l’altro lato lo spaventa più di questo… reprimere… reprimersi… esplodere… esplodersi… implodere…. E svanire nel nulla… pace… assoluto… infinto… lacrime su un finestrino di un’auto in marcia verso il nulla… il solito giro… banale consumo di tempo…  ”che vorresti ?”… che ne so… partire domani… fuori dalle palle… “perché non vai e lo fai ?”…paura… che altro ? paura di affrontare le cose da solo… se almeno ci fosse qualcuna… “sei il solito… non vali ciò che credono…” lo so… “non sei meglio dei tanto da te detestati e detti “normali” ma io l’ho dimostrato… “quando ?”“Quando accetti le cose che non ti vanno giù ? quando distogli lo sguardo dai diversi ? le tue son tutte storie per beare il tuo egoismo… il tuo fanciullesco vizio…”

non è vero… “Perché neghi… ?”

…Io non sono meno di quanto sono e sicuramente qualcosa di più…

Americani Purosangue

 
"Dicono che la storia sia scritta dai vincitori. Facciamo una lezione di storia, allora"
"Florida, 1958– un giovane nero di nome Edgard Myers venne legato a un albero, frustato con del filo spinato e infine linciato da dei supermatisti bianchi per essersi rifiutato di abbandonare la sua casa.
Winsconsin, 1997– un ragazzo di nome Matthew White venne appeso all’arcata di un ponte da quattro membri della squadra di football del liceo, e investito da un treno. Matthew era gay. Gli assassini furono condannati, ma la pena venne sospesa"
"Quattro giorno fa– una dodicenne di nome Sarah Cullen che aveva sviluppato un rudimentale terzo braccio all’altezza della costola superiore destra…"
"…Hrrrk…"
"… è stata rapita da tre giovani americani e gettata in corsa dal loro fuoristrada, al grido di <crepa mutante>. La ragazza è arrivata morta in ospedale.
"Mmm a proposito di sangue, passiamo a una lezione di biologia. Sapete perchè il sangue è rosso ? Perchè contiene ferro"
"mio dio… no…"
"Non è molto– all’incirca cinque grammi. abbastanza per un chiodo" "Ma immagina se un mutante avesse il potere di estrarre il ferro dal tuo sangue magnetizzandone gli atomi e sottraendoli al tuo organismo… sarebbe un modo particolarmente doloroso di morire".
"Oh si, piangi. e… dimmi quanto ti dispiace",
"…’spiace…"
"Per Sarah ?"
"AA-AHH!"
"La immagino piangere mentre le ringhiavi contro, con i tuoi denti marci e le loro otturazioni in metallo. a immagino mentre supplicava <>
"Era nelle tue mani: potevi tirare il grilletto o risparmiarle la vita. Che cosa farebbe un giovane americano purosangue ?"
"BANG"
 
– Magneto; "Gli Incredibili X-Men" n°200

Tempi Moderni

A questo punto la strega scosse la testa: "Mmm, siamo alle solite: prima con il sole e ora il leone. Avete visto delle lanterne, avete immaginato una lanterna più grande e potente e l’avete chiamata sole. Avete visto dei gatti e ora parlate di un gatto più grande e grosso, quello che chiamate leone. Tutte queste fantasticherie mi fanno sorridere e, lasciatemelo dire, si addicono piuttosto a dei ragazzi. Avete costruito dei castelli di carta ispirandovi al mondo reale che poi è il mio, l’unico vero mondo esistente. Ma non vi sembra di essere troppo grandi per giocare ? E voi, principe, non vi vergognate a perdere tempo in simili sciocchezze ? Siete un uomo, ormai. Avanti, cari, basta con queste fantasticherie. Sono io che penso a voi, che penso a tutti, nell’unico mondo reale che esista: il mio! Non esiste Narnia, non esistono il Mondodisopra, il cielo, il sole e Aslan. E ora tutti a letto, con il proposito di condurre una vita più saggia da domani. A letto, dovete dormire su morbidi cuscini. Dormire a lungo, un sonno sereno e tranquillo; bando a quegli stupidi sogni"

tratto da "Le Cronache di Narnia" – La sedia d’argento di C.S. Lewis

Gmork: "Grande Guerriero, combatti il Nulla allora"
Atreiu: "Come faccio ? se non raggiungo i confini di Fantasia"
Gmork: "Ahahah"
Atreiu: "Cosa c’è di tanto buffo ?"
Gmork: "Fantasia non ha confini"
Atreiu: "No. Non è vero. Tu menti!"
Gmork: "Sei uno sciocco, tu non sai un bel niente di Fantasia. E’ il mondo della fantasia umana: ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell’umanità e quindi, Fantasia non può avere confini".
Atreiu: "Perchè Fantasia muore ?"
Gmork: "Perchè la gente a rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni, così il Nulla dilaga"
Atreiu: "Che cos’è questo Nulla ?"
Gmork: "E’ il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo e io ho fatto in modo di aiutarlo"
Atreiu: "Ma perchè ?"
Gmork: "Perchè è più facile dominare chi non crede in niente e questo è il modo più sicuro di conquistare il potere"

tratto da "La Storia Infinita"